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Ortensia, fiore d’autunno tra mitologia e contemporaneità

Il nome con cui è conosciuto questo fiore ha una storia affascinante. Esso è stato attribuito dal “cacciatore di piante” Philibert de Commerson ad alcuni esemplari provenienti dalle Indie, in onore di Hortense, figlia dell’appassionato botanico principe di Nassau, che aveva accompagnato il naturalista in una sua spedizione.

L’ortensia è originaria del Giappone ed è una pianta antichissima tanto che se ne sono trovate tracce fossili databili all’era Terziaria.

Il nome botanico di questa pianta (Hydrangea) ci trasporta bruscamnete dall’immagine di una bella e leggiadra principessa alla terrificante figura mitologica di Hydra, un mostro nato da Tifone ed Echidna con capelli a forma di serpente, immagine rievocata dalle asperità presenti sulla capsula che contiene i semi dell’ortensia.

È altresì opinione accreditata che Hydrangea sia la fusione delle parole greche hydros (acqua) e angeion (vaso) questo perchè le sedi dei semi rimandano all’ immagine di otri per l’acqua.

L’ortensia venne introdotta in Europa a partire dal 1700 essenzialmente come pianta decorativa. Appartiene alla famiglia delle Saxifragacee e trova il suo habitat naturale in parchi, orti e giardini. Nel design floreale riscuote sempre un grande successo, soprattutto per la sua presenza scenica.

La sua fioritura è caratterizzata da composizioni sferiche di piccoli petali che possono variare dal rosa al bianco al blu. Da dove deriva il loro colore? La fluttuazione delle sfumature dei petali è correlata al ph del terreno, quindi al suo grado di acidità. Per ottenere dei fiori blu è sufficiente avere un ph 6, infatti per mantenere questo colore la pianta deve assorbire molto alluminio. Con suolo neutro si ottiene il colore rosa e con terreni molto acidi i fiori arriveranno  a colorazioni che possono virare dal rosso intenso al viola.

Anche se l’origine giapponese ci fa pensare al suo impiego nell’arte culinaria, pratica molto in uso in Oriente, l’utilizzo in cucina è vivamente sconsigliato. I fiori e le foglie dell’ortensia sono tossici perchè catalizzatori di metalli pesanti: assorbono i gas di scarico inquinanti presenti nell’atmosfera.

Nel linguaggio dei fiori l’ortensia rappresenta l’intenzione di sfuggire, è sinonimo di freddezza  e capricciIl nome con cui è conosciuto questo fiore ha una storia affascinante. Esso è stato attribuito dal “cacciatore di piante” Philibert de Commerson ad alcuni esemplari provenienti dalle Indie, in onore di Hortense, figlia dell’appassionato botanico principe di Nassau, che aveva accompagnato il naturalista in una sua spedizione.

L’ortensia è originaria del Giappone ed è una pianta antichissima tanto che se ne sono trovate tracce fossili databili all’era Terziaria.

Il nome botanico di questa pianta (Hydrangea) ci trasporta bruscamnete dall’immagine di una bella e leggiadra principessa alla terrificante figura mitologica di Hydra, un mostro nato da Tifone ed Echidna con capelli a forma di serpente, immagine rievocata dalle asperità presenti sulla capsula che contiene i semi dell’ortensia.

È altresì opinione accreditata che Hydrangea sia la fusione delle parole greche hydros (acqua) e angeion (vaso) questo perchè le sedi dei semi rimandano all’ immagine di otri per l’acqua.

L’ortensia venne introdotta in Europa a partire dal 1700 essenzialmente come pianta decorativa. Appartiene alla famiglia delle Saxifragacee e trova il suo habitat naturale in parchi, orti e giardini. Nel design floreale riscuote sempre un grande successo, soprattutto per la sua presenza scenica.

La sua fioritura è caratterizzata da composizioni sferiche di piccoli petali che possono variare dal rosa al bianco al blu. Da dove deriva il loro colore? La fluttuazione delle sfumature dei petali è correlata al ph del terreno, quindi al suo grado di acidità. Per ottenere dei fiori blu è sufficiente avere un ph 6, infatti per mantenere questo colore la pianta deve assorbire molto alluminio. Con suolo neutro si ottiene il colore rosa e con terreni molto acidi i fiori arriveranno  a colorazioni che possono virare dal rosso intenso al viola.

Anche se l’origine giapponese ci fa pensare al suo impiego nell’arte culinaria, pratica molto in uso in Oriente, l’utilizzo in cucina è vivamente sconsigliato. I fiori e le foglie dell’ortensia sono tossici perchè catalizzatori di metalli pesanti: assorbono i gas di scarico inquinanti presenti nell’atmosfera.

Nel linguaggio dei fiori l’ortensia rappresenta l’intenzione di sfuggire, è sinonimo di freddezza  e capricci